LE DINOSAURE ET LE BÉBÉ/LE MÉPRIS (IL DISPREZZO)

Le dinosaure et le bébé- Dialogo in 8 parti tra Fritz Lang e Jean-Luc Godard
1967, 61’, v.o. fr.  sott. it.
La famosa, e qualche volta divertente e talora paradossale, conversazione sul cinema fra due mostri sacri della settima arte.

a seguire
Le mépris (Il disprezzo)
v.o. fr. sott. it.

produzione: Georges de Beauregard, Carlo Ponti. per FILMS CONCORDIA – COMPAGNIA CINEMATOGRAFICA CHAMPION – MARCEU COCINOR 1963.
Regia, sceneggiatura: Jean-Luc Godard, dal romanzo omonimo di Alberto Moravia. Produzione esecutiva: Joseph Levine. Fotografia (Franscope, eastmancolor): Raoul Coutard. Montaggio: Agnès Guillemot, Lila Lakshmanan. Musica: Georges Delerue.
Interpreti:
Brigitte Bardot (Camille Javal), Jack Palance (Jeremy Prokosch), Michel Piccoli (Paul Javal), Fritz Lang (Fritz Lang), Georgia Moll (Francesca Vanini), Jean¬Luc Godard (aiuto regista di Lang), Linda Veras ( una sirena). Lavorazione: aprile-giugno a Roma e Capri. Prima a Parigi: 27 dicembre 1963. ITALIA/FRANCIA, Scope, colore, 100′.                                                                       

La versione americana della Embassy Pictures (con sottotitoli) è più lunga di tre minuti di quella francese.
Lang:  Godard improvvisava molto. Ricordo che quando lessi la sua prima densissima scaletta – non lo conoscevo bene allora – fui molto divertito da una cosa: l’aveva scritta in sequenze e, diciamo, alla settima sequenza, scriveva: ‘Ora, caro produttore, non potrei dirle esattamente come girerò questa scena o cosa succederà. Come posso sapere adesso come saranno disposti i mobili nella stanza, o come Brigitte Bardot entrerà nella vasca da bagno? Ma, caro produttore, dopo che avrò visto come Brigitte farà questo e quello, glielo potrò dire’. Ero molto divertito: tre o quattro volte ‘caro produttore’ – in quattro pagine – e non gli diceva mai niente veramente. (…) Dopo che lui mi aveva convinto a interpretare la parte (che nel libro è molto diversa), dissi a me stesso: “Non dirigerò questo film – non darò nessun consiglio a Godard — farò il mio lavoro di attore. Se lui mi chiederà un consiglio, glielo darò”. Ogni tanto me lo chiedeva, ma il più delle volte no. (…) Credo che Godard sia la più grande speranza del cinema contemporaneo”. (P.B.)

“Oggi  Lang assomiglia un po’ a un vecchio capo indiano, saggio, sereno, che ha meditato a lungo e ha infine compreso il mondo, e che abbandona il sentiero di guerra ai giovani e turbolenti poeti. ‘Sono troppo vecchio per mentire’, mi ha detto.(…) Attraverso il suo monocolo, Lang posa sul mondo uno sguardo lucido. Egli sarà la coscienza del film, il tratto d’unione morale che lega l’odissea di Ulisse a quella di Camille e Paul. Come tutti i grandi artisti che entrano nell’anzianità, come Dreyer, come il Tasso nel dramma di Goethe (può darsi che ne legga un passo a Camille), come Rossellini (bisogna assolutamente inserire una sequenza in cui Paul e Camille vanno a mangiare tagliatelle da Roberto che è l’unico italiano a saperle fare veramente), come Griffith, senza dubbio, prima della  sua morte, disprezzato, dimenticato dal cinema parlato che gli doveva tutto, come tutti i grandi artisti che arrivano al termine della loro arte, il tratto predominante in Lang è, assieme all’intelligenza, la bontà e la generosità”.                                                            (Jean-Luc  Godard)

Godard chiese  a Fritz Lang di interpretare la parte di un regista di nome Fritz Lang in un film basato su un gruppo di persone impegnate nelle riprese di un adattamento dell’Odissea. Lang accettò perchè ammirava il lavoro di Godard.

LA DURATA DEI FILM DI FRITZ LANG INDICATA NEL PROGRAMMA, CORRISPONDE ALLA DURATA EFFETTIVA, RELATIVA AL SUPPORTO DI PROIEZIONE UTLIZZATO

In programmazione
21/03 ore 21.00 Galleria 2

replica solo di Le mépris
22/03 ore 21.30 Galleria 2
ingresso libero

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