Bif&st, Lezione di Cinema Nanni Moretti, il ‘Savonarola del cinema’ secondo Fellini
Protagonista attesissimo dell’ultima Lezione di Cinema di questa edizione del Bif&st, Nanni Moretti è stato accolto da un lungo applauso all’arrivo sul palco del Petruzzelli, dopo la proiezione del suo film Caro diario.
Leggendo il suo diario personale scritto durante le riprese del film, il regista ricorda: “Nell’estate del ’92 volevo fare un cortometraggio, utilizzando una troupe composta da poche persone, su di me che andavo in giro con la vespa per Roma. Pensavo di farlo vedere solo nel mio cinema, e invece nacque Caro diario, realizzato con leggerezza e irresponsabilità proprio come quando giravo in Super 8”.
“Si tratta di un film-diario – ha continuato Moretti – senza sceneggiatura ma girato con onestà. Pensavo fosse un film sbagliato, che nessuno sarebbe andato a vedere, e si sarebbe dissolto come una bolla di sapone in quanto girato in modo approssimativo e disorganizzato”. “È stato frutto della casualità, mi presentavo impreparato i giorni delle riprese, e cercavo di colmare i buchi narrativi della sceneggiatura”.
Durante la stessa estate, il regista stava proiettando nel suo cinema, il Nuovo Sacher di Roma, la serie Heimat di Edgar Reitz, che “creò una dipendenza tra gli spettatori” e che Moretti consiglia “per tutti gli appassionati di cinema, di musica, di Germania, per tutti gli appassionati”. E sul regista tedesco, ospite anche lui in questa edizione del Bif&st, dice: “Mi sentivo zero in confronto alla grazia di Reitz”.
Il critico francese Jean Gili, che ha intervistato Moretti durante la Lezione, ha ricordato che Federico Fellini definiva il regista di Palombella rossa il “Savonarola del cinema” e autodefinendosi al confronto un “papa corrotto”. A tal riguardo Nanni Moretti precisa: “Sono sicuro che Fellini non avesse mai visto un mio film, aveva un disinteresse totale nei confronti dei film degli altri. La sua dimensione di spettatore cinematografico era inesistente”.
“Le esperienze di spettatore hanno influenzato il mio lavoro”, afferma il regista che ricorda come alla fine degli anni ’80 si stava verificando un “ritorno dell’importanza della sceneggiatura, in parallelo a un ritorno all’accademismo”. Per reazione a questa tendenza, Moretti ha realizzato Palombella rossa, una storia raccontata “in maniera narrativamente libera”. Dopo aver scritto da solo le sceneggiature di Palombella rossa, Caro diario e Aprile, Nanni Moretti, per La stanza del figlio e per i film successivi, ha sempre scritto la sceneggiatura con altri collaboratori. “Scrivere una sceneggiatura è una traversata, un’esperienza umana che è più piacevole fare con altre persone”.
Il regista, infine, spiega come mai passino diversi anni tra un film e l’altro: “Fare un film è un investimento psicologico ed emotivo. Non è un lavoro automatico e dunque occorre ricaricarsi quando si deve affrontare un nuovo progetto, partendo da un sentimento che poi diventa idea, appunto, soggetto e, per ultimo, sceneggiatura”.
Al termine della Lezione, il segretario generale della Fipresci Klaus Eder ha consegnato a Nanni Moretti il Fipresci 90 Platinum Award. Nella cerimonia conclusiva del Bifest, questa sera al Teatro Petruzzelli, il regista riceverà anche il Fellini Platinum Award per l’eccellenza cinematografica.