intertitoli in tedesco sott. it. Musiche originali di Gottfried Huppertz.
produzione: UFA
Regia: Fritz Lang. Sceneggiatura: Fritz Lang, Thea von Harbou da un racconto di Tea von Harbou. Fotografia: Karl Freund, Günther Rittau. Effetti speciali fotografici: Eugen Schüfftan. Scenografia: Otto Hunte, Erich Kettelhut, Karl Vollbrecht. Sculture e robot : Walter Schultze-Mittendorff. Costumi: Anne Willkomm. Fotografo di scena: Horst von Harbou. Musica: Gottfried Huppertz. Interpreti: Brigitte Helm (Maria e il suo doppio artificiale), Alfred Abel (John Fredersen), Gustave Fröhlich (suo figlio, Freder), Rudolph Klein-Rogge (Rothwang, lo scienziato), Heinrich George (Groth, il capo operaio addetto alla macchina centrale), Fritz Rasp (Grot, lo Smilzo), Theodor Loos (Josaphat/Joseph), Erwin Biswanger (l’operaio n.11811), Olaf Storm (Jan, Hans Leo Reich (Marinus), Heinrich Gotho (il maestro di cerimonie), Margarete Lanner (una signora in auto), Max Dietze, Georg John, Walter Huhle, Arthur Reinhard, Erwin Vater (operai), Grete Berger, Olly Böheim, Ellen Frey, Lisa Gray, Rose Lichtenstein, Helene Weigel (operaie), Beatrice Garga, Anny Hintze, Margarete Lanner, Helen von Münchhofen, Hilde Woitscheff (le ragazze “dei giardini eterni”), Fritz Alberti (il “creatore” nella scena della Torre di Babele), 750 attori secondari e piú di 30.000 generici. Girato negli studi UFA di Neubabelsberg e Staaken. Lavorazione: 310 giorni, 60 notti. Germania, B/N, 120′. Prima proiezione: Berlino, 10 giugno 1927, Ufa Palast am Zoo.
“Il romanzo “Metropolis” di Thea von Harbou sembra essere stato scritto (come fu pub-blicato) dopo il film, anziché essere il libro dal quale “il film fu tratto”. Originariamente Metropolis durava due ore (4189 metri). Dopo la prima proiezione il film fu notevolmente tagliato e ridotto a poco piú di 3000 metri sia all’estero che in Germania; non se ne conoscono copie complete”.(L.H.)
“Il racconto è banale, retorico, pedante, intriso di romanticismo superato. Ma se anteponiamo alla storia la fotogenia plastica del film, allora Metropolis reggerà qualsiasi confronto, ci sconvolgerà come il più bel libro di immagini mai visto”. (Luis Bunuel)
“Lang dice che l’idea di questo film di fama internazionale gli venne quando a bordo della nave vide New York per la prima volta, una New York notturna scintillante di miriadi di luci. La città del suo film è una specie di super-New York, realizzata sullo schermo con l’aiuto del cosiddetto processo Schüfftan, un ingegnoso sistema di specchi che permette di sostituire modellini a gigantesche strutture
Il procedimento Schüfftan è uno dei tanti impiegati nella cinematografia per ottenere trucchi o effetti speciali. Francesco Pasinetti, nel suo dizionario tecnico (“Filmlexikon”) spiega: “Davanti alla macchina da presa, secondo un angolo di 45° con l’asse ottico di ripresa, viene posto un grande specchio parzialmente argentato. Nella parte riflettente viene riflesso un modello o oggetto piú o meno lontano, mentre attraverso la parte non riflettente (parte non argentata) viene vista direttamente la estante parte dell’immagine da riprendere “.
Questa metropoli cinematografica del futuro consiste in una città inferiore e una superiore. Quest’ultima — una grandiosa arteria di grattacieli brulicante di un incessante traffico di tassi aerei e di automobili — è la residenza dei grossi industriali, degli impiegati di alto rango e della gioventù dorata a caccia di piacere. Nella città inferiore, chiusa alla luce del giorno, gli operai azionano macchine mostruose; più che operai, essi sono schiavi. Il film narra la loro rivolta contro la classe dominante del mondo superiore e finisce con la riconciliazione tra le due classi”. (Siegfried Kracauer)
Lang: “In realtà Metropolis non mi piaceva molto perchè era un film in cui gli esseri umani non contavano nulla, se non come parte di una macchina. La tesi principale era di Thea von Harbou, ma io sono responsabile almeno del 50% del film, visto che l’ho diretto. A quell’epoca non mi interessavo di politica come adesso. Non si può fare un film socialmente impegnato in cui si dice che il tramite fra il braccio e il cervello è il cuore – è una favola – senza dubbio. Ma mi interessavano molto le macchine. Ad ogni modo il film non mi piaceva – mi sembrava superficiale e stupido – poi quando vidi gli astronauti – che altro sono se non parte di una macchina? Dovrei dire ora che mi piace Metropolis perchè si è avverato qualcosa che avevo visto nella mia immaginazione, anche se l’ho detestato dopo averlo finito?” (P.B.)
La storia della città del 2000. I lavoratori vivono dieci piani sottoterra e il Padrone vive in cima. Quando una ragazza del popolo minaccia di guidare una rivolta contro la classe dei privilegiati, il Padrone crea un robot con le sembianze della ragazza per fermare la rivolta. Quando il robot si ribella al suo creatore, la rivolta esplode e soltanto l’amore del figlio del Padrone per la ragazza evita la distruzione totale della città. Alla fine, dopo essere stato sul punto di perdere il figlio, il padrone capisce come tutto ciò che aveva fatto, fosse sbagliato.
Restaurato da Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung e Deutsche Kinemathek in seguito al ritrovamento in Argentina di 25 minuti di pellicola ritenuti perduti. Dopo ottant’anni di versioni spurie e il pluridecennale lavoro di ricostruzione condotto da Enno Patalas, questo è finalmente il film come Thea von Harbou l’aveva scritto e Fritz Lang l’aveva girato. Con la colonna sonora originale ricostruita di Gottfried Huppertz eseguita da Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino diretta da Frank Strobel.
Distribuito in Italia da Cineteca di Bologna all’interno del progetto Il Cinema Ritrovato. Al Cinema
Sito Ufficiale
In programmazione
21/03 ore 19.30 Galleria 5
replica 26/03 ore 21.00 Galleria 2
ingresso libero